Sommario
Disoccupazione e salari per i giovani in Italia 1
Lavoro agricolo e solidità sociale 2
Famiglia e solidità dell’impresa 2
Il buon lavoro, la buona vita 2
Percorsi futuri nei settori agricolo e alimentare 3
Innovazione, networking e buona consulenza 3
Sostegno al reddito, sostegno al mercato e gestione dei rischi 4
Protezione ambientale per creare sostenibilità e offrire alimenti sani e benessere generale 4
Rafforzare il tessuto socioeconomico delle zone rurali 4
Percorsi della nuova generazione: competenze personali 5
Confusi dal contesto
Nel 2020, durante la pandemia, un professore universitario Jamais Cascio storico, e membro dell’Institute for the Future, pubblica un articolo intitolato “Affrontando l’era del caos” e utilizza l’acronimo BANI (Brittle, Anxious, Non linear, Incomprehensible) per descrivere le conseguenze degli scenari di incertezza dei nostri tempi. Brittle cioè fragile, descriverebbe la sensazione di trovarsi in sistemi che possono crollare improvvisamente, con crisi che si diffondono a livello globale. Ansioso, rispetto all’esito di una scelta, descrive quell’ansia che induce uno stato di passività, data dal timore di sbagliare irrimediabilmente. Non lineare, esprime la perdita di percezione tra causa ed effetto nel tempo e la sensazione che le azioni possano avere conseguenze la cui portata è imprevedibile. Incomprensibile si riferisce a quella mancanza di schemi che diano qualche certezza, per cui si rinuncia a capire a fondo e si vivono eventi e si prendono persino decisioni che appaiono illogiche.
La sensazione di fragilità è prodotta da un contesto altrettanto instabile decritto per la prima volta nel 1985 da due professori universitari statunitensi Warren Bennis e Burt Nanus che compongono l’acronimo VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity) per evidenziare 4 concetti chiave scatenati anche dall’avvento di internet e dalla fine della Guerra Fredda. Volatilità: per la velocità di cambiamento in un settore o mercato; Incertezza: ovvero la difficoltà di prevedere gli impatti di eventi specifici e impossibilità di fare previsioni. Complessità: data da un insieme di variabili interconnesse che rendono difficile prendere decisioni efficienti e Ambiguità: la variabile più “disturbante” perché rivela le difficoltà di interpretare fenomeni a causa della mancanza di informazioni certe.
Disoccupazione e salari per i giovani in Italia
In Italia, le certezze sono poco rassicuranti rispetto al livello di occupazione e a quello salariale. Dati ISTAT riportano che la disoccupazione giovanile si attesta al 20%, nel 2022 e i giovani italiani si appoggiano fortemente alla famiglia di origine, che costituisce il loro unico “ammortizzatore sociale” (Honsell Giacomini 2014). La Generazione Z, 1995-2010 si affaccia al mercato del lavoro con elevati livelli di istruzione in un contesto italiano che penalizza fortemente la mancanza di esperienza. Negli ultimi decenni è aumentato il divario tra i salari dei lavoratori più giovani e quelli più senior. La ricerca “Countries for Old Men: An Analysis of the Age Wage Gap” (un paese per anziani, un’analisi del divario salariale per età ndr) evidenzia proprio questo aspetto: in Italia, tra il 1985 e il 2019, il divario salariale tra i lavoratori di età superiore ai 55 anni e quelli di età inferiore ai 35 anni è aumentato del 96%.
Lavoro agricolo e solidità sociale
Eppure l’Italia si fonda sul lavoro che, alla nascita del Regno di Italia (1861), è lavoro soprattutto agricolo (70% della popolazione attiva), e nel secondo dopoguerra occupa ancora il 42% della stessa (Istat 2011).
L’articolo 44 della nostra Costituzione (del 1948) riconduce all’idea originaria di agricoltura nelle sue funzioni di “razionale sfruttamento del suolo” e di “stabilire equi rapporti sociali attraverso la regolamentazione della proprietà terriera privata”, secondo una visione di molteplici unità produttive che costruiscano un tessuto fondiario di piccola e media proprietà.
Sempre l’articolo 44 richiama i principi fondamentali del lavoro (art. 1) che è appunto ancora lavoro agricolo per il 42% degli occupati, e della solidarietà economica e sociale (art 2). Il lavoro è fonte di uguaglianza e partecipazione (artt. 3 e 4). La Costituzione inoltre, riconosce nella famiglia la cellula fondante la società (artt. 29 e 31) e la sostiene insieme alla piccola proprietà contadina per creare quel tessuto che descrive il popolo italiano e garantire ai cittadini la partecipazione alla vita economica del paese (artt. 46 e 47).
Famiglia e solidità dell’impresa
Anche la dottrina e la giurisprudenza maggioritaria riconoscono certi privilegi non proprio trascurabili alla impresa familiare coltivatrice. Ha natura individuale l’impresa familiare, e natura collettiva l’impresa familiare coltivatrice (art. 48 legge 203/1982). All’impresa familiare coltivatrice si applica l’art. 230 bis del codice civile (c.c.) nei rapporti interni e per analogia la disciplina della società semplice nei rapporti esterni. Per la disciplina generale dell’impresa familiare, in caso di decesso del titolare, l’impresa cessa di esistere, mentre nell’impresa familiare coltivatrice, in caso di morte del familiare consorziato, si applica l’art. 2284 c.c. Pertanto, è necessario liquidare la quota agli eredi oppure sciogliere la società ovvero continuare la società con gli eredi che vi acconsentono (Canfora 2006).
Eppure, nonostante le tutele e il contesto di una società solidamente basata sul lavoro e la famiglia, i giovani in Italia sono poco motivati a investire in agricoltura e a subentrare nelle aziende agricole familiari semplicemente in ragione di una generalizzata aspettativa di continuità.
Il buon lavoro, la buona vita
Se l’agricoltura non offre loro un reddito sufficiente e le condizioni di lavoro non sono ideali, il settore non è attraente. L’accesso alla terra è comunque limitato; il sostegno finanziario per il ricambio generazionale in agricoltura è sì un incentivo all’ingresso, come lo è la modernizzazione tecnologica che riduce lo sforzo fisico e il bisogno di colmare lacune di esperienza e conoscenza pratica. Tuttavia, essere supportati in una fase iniziale di investimento imprenditoriale e poi abbandonati nel lungo viaggio del fare impresa potrebbe non bastare per favorire gli ingressi nel comparto agricolo. Anche gli effetti del cambiamento climatico, quali elementi di grande instabilità, hanno il potenziale per scoraggiare i futuri agricoltori anche perché ancora non sono disponibili strumenti assicurativi in grado di garantire la stabilità reddituale in caso di eventi estremi (Borda et al 2023).
Inoltre, emerge che il lavoro ha cambiato la fisionomia di attore centrale della vita dell’individuo insieme all’idea di famiglia. L‘indagine di Censuswide, condotta tra febbraio e marzo 2023 su 8.800 lavoratori, il 59% dei professionisti dichiara che non lavorerebbe per un’azienda che non condivida i propri valori, neanche in cambio di un aumento di stipendio (almeno nel 55% dei casi). Un dato che sale al 90% per gli appartenenti alla Gen Z (nati tra il 1997 e il 2012) e Millennials (1980-1996), mentre nella Gen X (1965-1980) cala al 70% circa. Non è che il lavoro non sia più uno dei principali fattori di interesse individuale, ma è meno solido e meno fondante la vita dell’individuo.
Succede dunque che anche per il settore agricolo l’imprenditore o l’imprenditrice valuterà le condizioni di vita personale che si prospettano, inserendo nella scelta imprenditoriale le motivazioni, le risorse personali, le relazioni e le altre condizioni di contesto che garantiscano di corrispondere alle aspettative di una buona vita (Chiswell, Lobley 2018) E poiché l’offerta dei contesti rurali è estremamente eterogenea come le domande individuali, dobbiamo prendere in considerazione questo nesso.
Percorsi futuri nei settori agricolo e alimentare
Se le percezioni di se stessi come imprenditori e imprenditrici della propria vita, nonché del contesto, influenzano le scelte che operiamo, allora anche le politiche devono tenerne conto. Nella comunicazione Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura (2017) la commissione europea traccia le indicazioni principali che trovano riscontro concettualmente e finanziariamente, nella PAC 2023-2027. Una possibile elaborazione di tali percorsi è qui sintetizzata con lo sguardo puntato ai nuovi imprentitori/trici:
- Innovazione e networking
- Sostegno al reddito che mantenga sostegno al mercato e includa la gestione dei rischi
- Protezione ambientale per creare sostenibilità e offrire alimenti sani e benessere generale
- Rafforzamento del tessuto socioeconomico delle zone rurali
Innovazione, networking e buona consulenza
Lo sviluppo tecnologico e gli strumenti della digitalizzazione consentono grandi passi avanti nell’efficienza delle risorse in agricoltura; strumenti che offrono oggettività e che possono mettere gli attori in rete tra loro offrono spazi per creare nuova conoscenza e ridurre la vulnerabilità del sistema. Tuttavia, sia l’accesso alla tecnologia che l’accesso a nuove conoscenze solide e pertinenti non è scontato.
Il partenariato europeo per l’innovazione su «Produttività e sostenibilità dell’agricoltura» (EIP-AGRI) ha finanziato progetti pilota a partecipazione multipla, ma si tratta di casi che non rappresentano le aziende agricole nel complesso.
Un ruolo cruciale nella diffusione della conoscenza dipende dalle prestazioni combinate dei consulenti, dai sistemi di formazione e di istruzione agricola, dai ricercatori e dalle organizzazioni degli agricoltori il potenziamento degli scambi tra pari, i collegamenti in rete e la cooperazione tra gli agricoltori, anche attraverso le organizzazioni di produttori, quali veicoli di condivisione delle conoscenze e d’innovazione.
Sostegno al reddito, sostegno al mercato e gestione dei rischi
L’incertezza reddituale, oltre alle barriere all’ingresso, rendono l’agricoltura un settore poco attraente. Il documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE, ha analizzato come i pagamenti diretti attenuano il divario tra reddito agricolo e reddito in altri settori economici. Il sostegno a misure di mercato e il sostegno agli investimenti per modernizzare le aziende e permettere accesso alle nuove tecnologie sono concettualmente buone idee, ma non è chiaro quale sia l’indice di redditività nè la loro tenuta nel tempo, né quale altro costo sociale comportino.
Inoltre, la gestione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici, all’aumento della frequenza e gravità degli eventi estremi ad esso collegati, e all’intensificarsi delle crisi sanitarie e fitosanitarie che colpiscono il patrimonio zootecnico e fondiario dell’UE richiedono un quadro solido di misure assicurative. Anche strumenti finanziari che stimolano l’afflusso di capitali privati possono contribuire a sormontare le carenze temporanee di liquidità (In Italia abbiamo l’esempio dei Confidi, delle Casse rurali, che potrebbero essere innovati e potenziati).
Il fatto che il 20 % degli agricoltori riceva l’80 % dei pagamenti di sostegno al reddito della PAC esprimo chiaramente che questo non basta al settore agricolo; può solo suggerire e incentivare alcuni percorsi. Inoltre la stessa PAC ha dimostrato ampiamente di navigare a vista in termini di programmazioni molto altalenanti nei contenuti e nelle visioni, senza mai approdare a una pianificazione.
Protezione ambientale per creare sostenibilità e offrire alimenti sani e benessere generale
Si legge ancora nel documento sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione, che una nuova politica agricola comunitaria dovrebbe esprimere un’ambizione maggiore ed essere più orientata ai risultati in termini di efficienza delle risorse, protezione dell’ambiente e azione per il clima. Ciò che i consumatori e gli agricoltori desiderano è senz’altro la presenza di certezze in merito alle cose giuste da fare in termini di produzione agricola, scelta alimentare e benessere generale, tanto degli animali quanto dell’ambiente.
Il percorso di certificazione del metodo biologico vale per tutti come esempio: ha creato una cultura della qualità di processo produttivo validato con il marchio europeo, a sostegno di una agricoltura più rispettosa dell’ambiente, ma non ha generato finora risultati oggettivi in termini di contenuto dei residui nel suolo o negli alimenti. Il percorso più ambizioso che si possa tracciare è quello di un cibo che giustifichi prezzi più alti, con riscontri anche nel prodotto, ma che sia anche accessibile a tutti.
Rafforzare il tessuto socioeconomico delle zone rurali
Se, abbiamo detto, la politica agricola, di programma in programma per lo sviluppo rurale, ha cambiato rotta diverse volte, forse è il momento di pensare a una pianificazione dei territori. Uno sguardo di più lungo respiro forse ridurrebbe il senso di incomprensibilità e riporterebbe solidità nel contesto, utile per uno sviluppo imprenditoriale resiliente.
Le catene di valore rurali che stanno emergendo costituiscono altrettante opportunità per gli agricoltori e le imprese rurali di diversificare le loro attività, circoscrivere i rischi e aumentare i loro introiti: ma per quanto sia entusiasmante cominciare nuove attività, occorre fidarsi del contesto che sappia garantire nelle zone rurali servizi pubblici, assistenza sanitaria, connessione.
Percorsi della nuova generazione: competenze personali
L’ammortizzazione delle famiglie, la lunga attesa prevista comunque, l’instabilità prima subita e poi abbracciata dalla generazione Z in particolare, hanno portato a nuove evoluzioni del concetto di libertà individuale. Scegliere un buon lavoro è importante più che avere un lavoro e non dedicare tutte le proprie energie al lavoro, ma prendere del tempo per la cura delle persone a partire da se stessi, è una concezione del lavoro emergente che la generazione Z sembra avere chiara e che rappresenta quella libertà di “essere” prima ancora di posizionarsi a livello socio lavorativo, che nessuna generazione precedente ha espresso così slegata da tentativi di rivolta e sovversione, ma che avviene silenziosamente e inarrestabile. Non si tratta forse di una evoluzione della espressione di sé? Leggo un segno del benessere sociale che non è attanagliato dalla fame dell’oggi, un lusso della nostra sazietà che ha prodotto un frutto mai visto prima, della lucidità, né cinica né buonista, di una umanità forse più consapevole del valore intrinseco dell’esistenza.
O semplicemente si tratta almeno di una generazione portatrice di competenze necessarie per non essere inghiottiti dalla precarietà dilagante.
Contesti in rapido cambiamento stanno generando percorsi che richiedono soprattutto ai più adulti, un nuovo modo di pensare che già appartiene alla generazione Z. Scrive Cascio che la fragilità potrebbe essere soddisfatta dalla resilienza e dall’allentamento; l’ansia potrebbe essere alleviata dall’empatia e dalla consapevolezza; la non linearità dalla flessibilità; l’incomprensibilità, da trasparenza e intuito.
È qualcosa che potrebbe aver bisogno di nuovi linguaggi e di voci diverse. I prossimi percorsi sono molteplici, condivisi e connessi e guardano alla persona, alla comunità, all’ambiente e al futuro. Perché in questa modernità liquida (Bauman 2002), dove la solidità del passato non convince più, imprenditori e imprenditrici stanno imparando a nuotare.
Riferimenti
Cascio J Facing the Age of Chaos, 2020
Bauman Z Modernità liquida 2002
La Costituzione Italiana
Chiswell HM., Lobley M. (2018). “It’s Definitely a Good Time to Be a Farmer”: Understanding the Changing Dynamics of Successor Creation in Late Modern Society†. Rural Sociology, 83(3):630-653. doi: 10.1111/RUSO.12205
Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura COM (2017)713
Borda, Áron & Sárvári, Balázs & Balogh, Jeremiás. (2023). Generation Change in Agriculture: A Systematic Review of the Literature. Economies. 11. 129. 10.3390/economies11050129.)
Honsell, Giacomini, Prima che sia domani, Mimesis 2014
Bianchi, Nicola and Paradisi, Matteo, Countries for Old Men: An Analysis of the Age Pay Gap (March 11, 2022). SSRN: https://ssrn.com/abstract=3880501 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3880501
Istat 2011 https://www.istat.it/it/files/2011/03/Italia-in-cifre.pdf
Canfora, L’impresa familiare in agricoltura e i lavoratori dell’impresa: Spunti di lettura dal diritto italiano ed europeo, “Rivista di diritto agrario” 2014, p. 316 ss.;
F. Prosperi, Impresa familiare, in Il codice civile, Commentario, diretto da Schlesinger, Milano, 2006, p. 40.
